Architettura

Costruire un ponte sul Reno in 10 giorni. Accadde 2000 anni fa. Il video

Cesare ci descrive, nel suo libro il "De Bello Gallico", la costruzione del Ponte sul Reno.

Cesare ci descrive, nel suo libro il "De Bello Gallico", la costruzione del Ponte sul Reno.


Il Ponte di Cesare

Per i motivi indicati Cesare aveva deciso di passare il Reno. Ma un passaggio su navi non era a suo giudizio decoroso per lui e per il popolo romano. Perciò, anche se la costruzione di un ponte si presentava estremamente difficile a causa della larghezza, della vorticosità e della profondità del fiume, pure stimava di dover fare il tentativo o altrimenti rinunciare al passaggio dell'esercito. Il procedimento da lui adottato fu il seguente. Prendeva delle travi dello spessore di un piede e mezzo, un po' appuntite alla base e commisurate alla profondità del fiume, e le congiungeva a due a due con un intervallo di due piedi. Per mezzo di magli le fissava saldamente sul fondale, non perpendicolari ma inclinate come una capriata per assecondare la corrente. Analogamente ma in senso opposto e ugualmente separate fra loro ne piantava altre due a una distanza di quaranta piedi alla base ma in senso opposto alla pressione e all'impeto della corrente. Al di sopra delle due coppie poneva altre due travi larghe due piedi, e altrettanto distanti, assicurandole con due arpioni per ogni estremità. Separate e strette in opposta direzione queste travi, il manufatto era così solido e così concepito nel suo insieme, che quanto più violentemente si abbatteva l'acqua, tanto più strettamente si legavano le travi. L'impalcatura veniva poi collegata con l'inserimento di assi e ricoperta di uno strato di travicelli e graticci. Nondimeno a valle del fiume venivano conficcati obliquamente altri pali che come arieti, stando sotto il piano del ponte e collegati con l'intera costruzione sostenessero la violenza della corrente; altri ancora stavano sopra il ponte, poco distanziati fra loro, perché, se i barbari avessero inviato tronchi o imbarcazioni con l'intento di abbattere la costruzione, la loro protezione attutisse l'urto ed evitasse danni al ponte. In dieci giorni da quando si era cominciato a raccogliere il legname l'opera viene portata a compimento e l'esercito transita.

[Cesare De Bello Gallico Libro IV]

Il ponte sul Reno di Cesare era un ponte militare in legno, costruito da Gaio Giulio Cesare nel corso delle due campagne dallo stesso condotte contro i Germani, nell'ambito della conquista della Gallia.
Fu un’opera militare davvero notevole per l’epoca.

Il Ponte di Cesare

Il Ponte di Cesare

La prima di queste spedizioni venne compiuta nel 55 a.C., e il primo ponte venne costruito proprio in quell’anno e i ritrovamenti archeologici lo situano in una località compresa tra le odierne città di Urmitz e Weissenturm, un primo ponte che al termine della campagna venne abbattuto dai romani per impedirne l’uso ai nemici.
Due anni più tardi le legioni di Cesare tornarono in quei territori, era il 53 a.C., ma questa volta il ponte venne costruito ad un paio di chilometri di distanza da dove era stato costruito quello precedente, ma contrariamente a quanto era avvenuto al termine dell’altra spedizione, la costruzione non venne distrutta, Cesare infatti mise a presidio della struttura un forte ed una torre di guardia alta ben quattro piani, che senza dubbio avrebbe intimorito e dissuaso i Germani dall’attraversare il ponte.

Il Ponte di Cesare. Il battipalo, ricostruzione

Il Ponte di Cesare. Il battipalo, ricostruzione

Le motivazioni della costruzione di questa importante struttura sono molteplici, ma l’obiettivo principale di Giulio Cesare era quello di intimorire i Germani, che più volte oltrepassarono il fiume Reno. Ad esempio le cavallerie delle tribù germaniche degli Usipeti e dei Tencteri varcarono dapprima il fiume Mosa, razziando le regioni vicine, dopodiché si rifugiarono al di là del Reno, nelle terre della tribù dei Sigambri, con i quali si allearono. Cesare inizialmente chiese ai Sigambri la consegna di coloro che gli avevano mosso la guerra, ma gli stessi gli risposero che il Reno segnava il confine dei domini romani e che dunque non gli avrebbero consegnato nessuno. Il movente definitivo venne fornito a Cesare dagli unici Germani con cui il console romano aveva avuto buoni rapporti, la tribù degli Ubi, essi infatti avevano chiesto il suo intervento contro le minacce dei temibili Suebi.

Tela dell'architetto John Soane del 1814, in cui è rappresentato il ponte romano

Tela dell'architetto John Soane del 1814, in cui è rappresentato il ponte romano

Il fiume Reno all’epoca si presentava particolarmente largo e profondo, inoltre le forti correnti delle sue acque richiedevano una struttura molto solida. Per questo motivo furono utilizzati come sostegni dei cavalletti a due gambe, di cui ciascuna costituita da due pali molto robusti ricavati da solidi tronchi della foresta tedesca, uniti tra loro da traverse lunghe circa 60 cm. Questa struttura diede a ciascuna gamba l’aspetto di una scala a pioli, ma questa forma si opponeva efficacemente alla corrente del fiume. I pali avevano una lunghezza variabile a seconda della profondità del Reno e furono calati nel fiume con apposite attrezzature, quindi messi in posizione e infissi con dei battipali. La parte che veniva appuntita veniva conficcata nel fondo del fiume, e non si innalzavano perpendicolarmente al letto, ma venivano inclinati in modo che i pali a monte avessero la corrente contro, mentre quelli a valle l’avessero a favore. Sul letto del fiume le due gambe del cavalletto avevano una distanza di 12 cm. Una grossa trave teneva unita la coppia di piloni, completando il cavalletto. Su questa struttura poggiavano travi spesse almeno 60 centimetri e lunghe quanto la distanza che vi era tra un pilone e l’altro, cioè 5 metri. La pavimentazione era costituita di un’intelaiatura di legno poggiata su tronchi trasversali e poi ricoperta di tavole.

Il Ponte di Cesare

Il Ponte di Cesare

Oltre alla solidità, il ponte necessitava anche di una certa l’elasticità, per questo motivo non vennero utilizzati chiodi, ma legature in corda. Vennero poi approntate altre opere di rinforzo secondarie: a valle furono fissati altri pali obliqui per aumentare la resistenza alla corrente del ponte, mentre poco più a monte vennero costruite delle palizzate per attutire eventuali colpi subiti da alberi o navi che le popolazioni germaniche potevano lasciare nel fiume in modo da danneggiare il ponte.
La struttura doveva avere una carreggiata larga circa 4 metri ed era lungo poco meno di 500 metri. L’opera secondo i commentari di Cesare fu completata in soli dieci giorni.

9 dicembre 2016
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