Architettura

Il libro di Amedeo Petrilli e un pensiero di trasversalità
di Davide Vargas

Truman Capote diceva che per diventare scrittori "c’erano tante cose da imparare, e da tante fonti: non solo dai libri ma dalla musica, dalla pittura, e dalla semplice osservazione quotidiana".

Hans Poelzig riprendeva Goethe e diceva che " l’architettura è musica pietrificata".

Si delinea un tema di ricerca, una trasversalità di interessi che confluiscono in un progetto culturale, sia esso di architettura o di scrittura o di pittura e così via.

Questo tema ampio, io penso, è sotteso al libro di Amedeo Petrilli "Acustica e architettura - spazio, suono, armonia in Le Corbusier" , Marsilio Editori - 2001

La trasversalità culturale è un sottile tema moderno; da qui l’interesse del libro.

Petrilli analizza una serie di progetti di Le Corbusier, dove la ricerca delle soluzioni acustiche costituisce il parametro su cui orientare le scelte progettuali.

Il Palazzo delle Nazioni a Ginevra (1927-28), il Palazzo dei Soviet a Mosca (1931), la Cappella di Notre-Dame-du-Haut a Ronchamp (1950-55), il Palazzo dell’Assemblea del Parlamento di Chandigarh (1952-57), il Convento di Sainte-Marie-de-la-Tourette a Eveux (1957-60), il Padiglione Philips a Bruxelles (1956-58), il Palazzo dei Congressi di Strasburgo (1962-64), la Chiesa di Firminy-vert (1960-65) e il Visual Arts Center a Cambridge - Massachusetts (1961-64), nel libro di Petrilli illustrano le tappe di una ricerca paziente per il dominio del fenomeno acustico e per la sua trasformazione in linguaggio architettonico.

Cappella di Notre Dame du Haut - Le Corbusier, 1950-55

Cappella di Notre Dame du Haut
Le Corbusier, 1950-55

E sono innumerevoli le suggestioni che l’autore riporta e che spostano la ricerca di Le Corbusier dal piano puramente tecnico a quello poetico.

Carpenter Center for the Visual Arts, Harvard University, Cambridge, Massachusetts - Le Corbusier, 1961-64

Carpenter Center for the Visual Arts
Harvard University - Cambridge, Massachusetts
Le Corbusier, 1961-64

Guillaume Jullian de la Fuente riporta ad esempio: Quando cominciammo ad occuparci dell’acustica della sala - Chandigarh - Le Corbusier mi chiese (...) di disegnare delle "nuvole", quasi volesse portare all’interno dell’edificio alcuni elementi formali che fanno parte del cielo.
Queste nuvole saranno piastre di assorbimento e differenziazione acustica.

Padiglione Philips Expo di Bruxelles - Le Corbusier, 1956-58

Padiglione Philips Expo di Bruxelles
Le Corbusier, 1956-58

De la Fuente continua : La luce arrivava dall’alto e, secondo il diverso angolo di incidenza del sole durante le ore del giorno, produceva una sorta di gioco con le nuvole, come nel cielo. Volle che le nuvole avessero colori differenti, alcune rosse e altre gialle - un po’ come all’alba e al tramonto - un vero spettacolo cosmico trasferito nello spazio interno.

Lo studio dell’acustica della sala è un punto di relazione tra l’edificio e il solstizio indiano, il movimento del sole, in una parola, il cosmo.

Il libro mostra un itinerario compiuto di ricerca tecnica e poetica. Dalla soluzione acustica si arriva all’invenzione acustica; Le Corbusier voleva introdurre la musica elettronica nei suoi ultimi progetti. Nelle sue parole definiva il Padiglione Philips un poème électronique : "Tutto succederà all’interno: suono, luce, colore, ritmo; un ponteggio metallico potrebbe essere il solo aspetto esteriore del padiglione".

Nella rampa del Visual Arts Center, Le Corbusier voleva introdurre un sistema di microfoni e di amplificatori che avrebbero emesso dei suoni elettronici in relazione alle diverse ore del giorno. Jullian de la Fuente ricorda : Oggi però io penso che si trattasse di un’idea estremamente suggestiva: immaginare cioè che un edificio possa produrre la musica quasi fosse uno strumento e che i suoni diventino parte integrante di un organismo architettonico in cui ogni spazio ha il suo suono.

Infine una nota personale. Ho sentito Amedeo Petrilli dopo gli attentati americani ed era in pena per i suoi studenti del Greenwich Village e parlavamo del bisogno di un rinnovamento morale. Nel libro Le Corbusier dice una parola musicale anche su questo:

Il jazz, come i grattacieli, è un evento che esprime la forza del presente. E’ molto più avanti dell’architettura. Se così non fosse, lo scenario davanti ai nostri occhi sarebbe ben diverso. Lo ripeto : Manhattan è un hot-jazz di pietra e di acciaio. E’ necessario che il rinnovamento di un’epoca si basi su qualche punto fondamentale e la gente di colore lo ha individuato nella musica: lo ha fatto scaturire dal passato e lo ha situato nel tempo presente.

La trasversalità culturale è metafora di un atteggiamento aperto, capace di comprendere un mondo altro. Atteggiamento etico non a caso, Amedeo ha lavorato nell’Atelier di Le Corbusier a Venezia.

Su questa strada tutti dobbiamo intraprendere un nuovo rinnovamento.