MANIFESTO
L'Architettura in dieci punti
L'ARCHITETTO, padrone della tecnica e fautore della bellezza, deve
recuperare il suo ruolo sociale di operatore culturale, intuendo le
trasformazioni del suo tempo. Quale regista del processo creativo e
costruttivo, è responsabile dell'interpretazione e della risposta alle
esigenze, materiali e immateriali, della contemporaneità. È responsabile della
qualità del suo lavoro e delle ripercussioni dello stesso sulla collettività,
qualunque sia la scala progettuale e l'ambito di intervento.
L'architetto non è un lusso evitabile.
Caserta, Teatro Comunale
Da sinistra: Alessio Princic, Massimo Pica Ciamarra, Franco Purini, Giancarlo Pignataro, Domenico de Cristofaro, Elviro Di Meo, Umberto Panarella, Riccardo Dalisi, Luca Molinari, Camillo Botticini, Matteo Pedaso
Ph: Courtesy, Mario Ferrara
IL PROGETTO architettonico è il procedimento logico-scientifico teso
all'individuazione di forme, organizzazioni e azioni finalizzate alla creazione
degli spazi e degli oggetti per le attività umane. È tra le più alte
espressioni della complessità intellettiva dell'uomo per l'uomo.
Esso risponde a necessità più o meno esplicite della committenza, ma, tale
risposta, valida hic et nunc, non può prescindere da fattori ambientali né
essere avulsa dal locus.
Il processo progettuale appartiene, soprattutto, alla sfera creativa, nella
quale fantasia, sentimento, necessità e tecnica si fondono in elaborazioni
grafico-descrittive. È pertanto il risultato di una serie di esigenze,
contingenti e intellettuali.
L'architettura si impone nella vita dell'uomo condizionandola. In tal senso, il
progetto non sfugga al senso civico e non si allontani dall'idea che una buona
architettura influenzi la società. La coerenza è il suo risultato vincente.
Caserta, Teatro Comunale
Convegno “Manifesto, l'Architettura in 10 punti”
Ph: Courtesy, Mario Ferrara
L'ETICA nella professione dell'architetto raccoglie i doveri e gli
obblighi indirizzati al perseguimento di obiettivi collettivi, espletati
attraverso la validità e la lealtà del proprio operato.
La qualità e il merito, non i fatturati, diventino, pertanto, i fattori
discriminanti per tutti i progetti e le gare pubbliche; il concorso ne regoli
l'accesso.
Anche quando il problema è la sopravvivenza, il comportamento etico è una
necessità sociale imprescindibile.
Caserta, Teatro Comunale
Da sinistra: Giancarlo Pignataro, Domenico de Cristofaro, Elviro Di Meo
Ph: Courtesy, Mario Ferrara
L'ESTETICA è obiettivo primario dell'architetto che deve produrre e
diffondere la cultura del bello - il bello come luce del vero - sfatando l'idea
che essa sia superflua e costosa.
L'estetica deriva dalla modulazione della luce, che disegna lo spazio e lo
riempie di significato, dal giusto equilibrio delle parti e dei rapporti tra
pieni e vuoti, dalla sua immanenza materiale, dalle condizioni di vita
assicurate ai fruitori, dall'immediata riconoscibilità della sua identità.
La sconfitta della bellezza è la sconfitta dell'architettura. La sua immagine
corrotta e declinata in sistemi dom-ino, assunti come facile preda del veloce
costruire, dichiara il fallimento di un tema cardine del linguaggio moderno,
determinando la decadenza del gusto estetico e l'assenza dell'architetto.
Occorre, pertanto, trasformare l'architettura dequalificata, tramutarla nel
bello, enfatizzando gli elementi che la compongono e facendo in modo che una
metamorfosi rispettosa si impadronisca dell'edilizia.
L'intento è restituire agli elementi primari il loro decoro, sottolineando il
concetto che, proprio nella loro semplicità, si cela la reale bellezza in
verità e qualità.
La bellezza non sia soltanto un valore per chi la crea, ma, soprattutto, per
chi la vive.
Caserta, Teatro Comunale
Da sinistra: Elviro Di Meo, Umberto Panarella, Riccardo Dalisi, Luca Molinari, Camillo Botticini, Matteo Pedaso
Ph: Courtesy, Mario Ferrara
LA PREESISTENZA è l'insieme di elementi appartenenti a epoche diverse
che, per determinati motivi naturali e non, connotano il paesaggio, formando lo
spazio. La loro specificità, il valore e l'immanenza universale innescano il
mutuo dialogo tra le parti.
Compresa la sostanza di tale complessità, la preesistenza diventi, nel
progetto, il piano d'appoggio da cui partire e distaccarsi, attraverso un
lessico contemporaneo, che non sia imitazione, ma che si orienti verso la
prosecuzione di una continuità spaziale e formale.
Affinché questo sia univocamente richiesto dalla committenza e proposto dagli
architetti, si educhi a ciò che è stato sedimentato nella memoria collettiva,
al suo rispetto e ai nuovi lessici: vale a dire all'architettura.
Caserta, Teatro Comunale
Da sinistra: Giuseppe Albanese, Alessio Princic, Massimo Pica Ciamarra, Franco Purini, Giancarlo Pignataro, Domenico de Cristofaro, Elviro Di Meo, Umberto Panarella, Riccardo Dalisi, Luca Molinari, Camillo Botticini, Matteo Pedaso
Ph: Courtesy, Mario Ferrara
IL PAESAGGIO assolve una funzione strategica vitale: è fonte di risorse,
è produttività, è casa e habitat per l'uomo. L'uso dissennato del territorio
induce a una nuova consapevolezza.
Che si faccia riferimento a un paesaggio immateriale, di tipo
percettivo-sensoriale, o a un paesaggio reale, dai caratteri fisico-ambientali,
è indubbio che esso sia materia viva, ha propri ritmi ed equilibri che
influenzano la qualità della vita dei luoghi e che sono influenzati
dall'interazione umana.
L'architetto deve considerare discipline plurali per poter leggere le
caratteristiche dei molteplici paesaggi e intervenire, contemperando le
necessità di trasformazione con quelle di tutela.
Tale acquisizione, affiancata da una valida programmazione territoriale, sia la
base dell'intervento progettuale, rivolto alla ricerca dell'equilibrio armonico
tra uomo e natura.
LA CITTÀ è un organismo pulsante costituito da relazioni, flussi ed
entropie: una realtà mobile, in continuo divenire. Essa si deforma e si
conforma, propagandosi sotto la spinta vitale di informazioni, di relazioni e
di interconnessioni che si instaurano al suo interno e si espandono
all'esterno.
Tessuto materiale della realtà immateriale, la città si trasforma e si adatta
ai modi di vivere e fruire lo spazio e ne induce di nuovi. Tali trasformazioni
agiscono sull'idea di città, intesa come entità individuale, favorendo la
fusione tra realtà un tempo separate e lontane, e tendendo alla formazione di
entità urbane policentriche e multiculturali.
L'architetto è chiamato a esplicitarne l'essenza, recuperando ciò che è stato
cancellato e ricercando nuove forme che assecondino e accolgano le sempre
mutevoli esigenze di spazio e di relazioni.
Smetta l'architettura di esibire esclusivamente se stessa! La sua bellezza,
slegata dal contesto, è una manifestazione vacua, estranea o, addirittura,
ostile.
LA SOSTENIBILITÀ - abuso verbale degli ultimi anni - nasce dall'esigenza
di garantire alle generazioni future gli stessi diritti di quelle attuali,
presentandosi come fenomeno globale, e, pertanto, va indagata, analizzata e poi
assimilata.
Ogni comunità ha una sua storia, una sua evoluzione culturale che nel tempo si
è espressa anche attraverso le architetture dei luoghi. L'architettura non può
rientrare nella logica degli standard internazionali, trasformando gli edifici
in prodotti dell'immagine, creando città derubate e denudate della propria
identità.
Le conseguenze dell'attività edilizia richiedono un adeguamento del modello
produttivo e l'adozione di strategie che tengano conto di un uso consapevole di
risorse, tecniche, riciclo e riuso dei materiali.
In tale accezione, l'architettura accolga la sfida dei mutamenti in atto, senza
dimenticare di preservare la continuità e servendosi delle tecnologie come
mezzo e non come fine della ricerca architettonica.
LA MULTICULTURALITÀ è dialogo tra forme, linguaggi, luoghi, funzioni e
si sviluppa nella capacità della città di gestire sia le relazioni primarie sia
le relazioni transitorie.
L'architetto, pertanto, è chiamato a riflettere sui contenuti sociali e collettivi
della propria cultura, considerando anche le espressioni eteroctone. E' questa
la risposta per far coincidere l'architettura con la realtà dei luoghi e
permettere la creazione di nuovi strumenti espressivi e modalità di
ragionamento, che vedano l'uomo e non solo le forme, al centro dello spazio
urbano: luogo concavo di confronto e incontro.
La programmazione e la progettazione urbana puntino a un'organizzazione
armonica degli spazi e delle persone che li vivono, e considerino la diversità
una delle risorse più grandi da cui attingere per favorire l'evoluzione e la
crescita multiculturale.
LA CONTEMPORANEITÀ è compresenza nello stesso tempo e nello stesso luogo
di elementi e realtà diverse.
In un'epoca in cui l'architettura ha perso il suo carattere di firmitas
temporale, per diventare un bene di consumo suscettibile al continuo
cambiamento, la contemporaneità esprime più che mai la sua natura instabile e
magmatica. Il recupero del duplice ruolo dell'architettura, intesa come
espressione del suo tempo e luogo costruito per resistere nel futuro, diventi
il fine dell'architetto e della collettività.
Colmando la tradizionale distanza che esiste tra ricerca architettonica e
costruzione reale del paesaggio, l'architetto si riappropri della sua
responsabilità di autore contemporaneo e ritrovi il rigore teorico.
Caserta, 15 gennaio 2015
A cura della COMMISSIONE CULTURA
Elviro Di Meo (presidente), Umberto Panarella (consigliere referente),
Giancarlo Pignataro (consigliere referente), Chiara Affabile, Paolo De Michele,
Tiziana Leda Denza, Aldo Giacchetto, Francesca Sabina Golia, Mascia Palmiero,
Alfredo Panarella, Gabriella Rendina, Rita Vatiero.
Con il contributo di
Camillo Botticini, Mario Cucinella, Riccardo Dalisi, Vittorio Gregotti,
Andreas Kipar, Luca Molinari, Massimo Pica Ciamarra, Alessio Princic, Franco
Purini, Luca Scacchetti.
Rossella Bicco, Annamaria Bitetti, Maria Carmela Caiola, Massimo Carfora
Lettieri, Commissione Eventi e Manifestazioni, Commissione Paesaggio e
Commissione Restauro, O.A.P.P.C. della Provincia di Caserta, Raffaele Cutillo,
Adele D'Angelo, Bartolomeo D'Angelo, Claudia de Biase, Giuseppe Di Caterino,
Gianluca Ferriero, Maria Gelvi, Giuseppe Iodice, Antonietta Manco, Gaspare
Oliva, Ernesto Panaro, Salvatore Perfetto, Vega Raffone, Andrea Santacroce,
Bruno Saviani, Beniamino Servino, Concetta Tavoletta, Davide Vargas.
CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI PPC DELLA PROVINCIA DI CASERTA
Domenico de Cristofaro (presidente), Salvatore Freda (vicepresidente),
Carlo Cardone (segretario), Giuseppe Martinelli (tesoriere), Mario Belardo,
Carlo Benedetto Cirelli, Raffaele Di Bona, Tommaso Garofalo, Antonio Iuliano,
Antonio Maio,Umberto Panarella, Valentina Pellino, Giancarlo Pignataro, Bruno
Saviani, Giuseppe Sorvillo.