Architettura

Casa Lawson-Westen di Eric Owen Moss
di Roberto De Santis

Come molta produzione della cosiddetta Scuola di Los Angeles, a cui appartengono, tra gli altri, Frank O. Gehry, Frank Israel, Morphosis, l’architettura di Moss è improntata all’invenzione formale ed alla cura attenta del particolare e dei materiali.

Non è un caso che questa architettura sia frutto di architetti californiani.

Ricordiamo come la California non è solo la culla del capitalismo e della new economy ma è anche il Paese in cui Charles e Ray Eames, negli anni ’40 e ’50, sperimentarono con successo nuove forme e nuovi metodi di produzione per il design: si pensi ai primi esperimenti delle sedie a guscio e dell’uso dei compositi in fibra di vetro. Durante gli anni ’80, gli architetti della West Coast americana sono impegnati a creare un’architettura del tutto nuova, prima denigrata e poi esplosa negli anni ’90, supportata dalla new economy e dallo scatenante "effetto Bilbao".

Un esempio di questa nuova architettura è rappresentato da Casa Lawson-Westen a Los Angeles, in California, costruita nel 1994.


La casa è situata in uno dei quartieri più ricchi di Los Angeles, sul lato nord dell’area edificabile, in una posizione che consentiva la creazione di un giardino di fronte alla facciata sud.

I suggerimenti funzionali, spaziali e formali dei committenti sono stati accolti ed interpretati dall’architetto al punto da poter essere considerate vere e proprie premesse progettuali.

L’ingresso, sia pedonale sia per i veicoli, è situato ad un’estremità dell’edificio, il che crea un percorso che sbocca nella cucina, vero nucleo funzionale e spaziale.


La cucina è il luogo privilegiato dei proprietari, cosicché tale spazio diviene l'elemento focale dell'edificio attorno a cui si sviluppa l’intero organismo architettonico.

Un cono diviene la forma del tetto della cucina cilindrica, ma il centro del cono non è il centro del cilindro. La cima del cono è tagliata in modo da incorniciare la vista dell’oceano. Il cono è affettato verticalmente; tale taglio dà luogo ad una curva che è parabolica. L’estensione di tale curva verso la strada genera il tetto a volta: una volta idealizzata che si estende a formare l’ingresso.


Il pianoterra ospita le zone comuni collegate tra loro: la cucina, che presenta un anello perimetrale dove si concentrano spazi di servizio e ripostigli e da dove parte la scala principale della casa; il salone, un volume a volta di considerevole altezza nel quale si innalza un camino metallico, e la contigua sala da pranzo, ambiente di dimensioni più ridotte. Completano il piano una sala giochi confinante con la cucina, sulla facciata ovest, ed il garage e la zona degli ospiti, verso est. La posizione centrale della scala genera, al primo piano, uno schema di distribuzione spaziale diviso in due zone opposte, unite tra loro da una passerella sopra la sala. Nella zona ovest si trovano la stanza padronale e i locali annessi, con un accesso diretto a una terrazza esterna, comunicante col giardino mediante una scala a chiocciola esterna, nella quale è stata installata una vasca idromassaggio. Nella zona est si trovano due stanze e la lavanderia, sopra le quali si trova una finestra in posizione inclinata ad angolo che caratterizza la facciata principale.


Mentre all’interno gli elementi strutturali sono presi come base dell’arredo del soggiorno giocando un ruolo significativo sull’accostamento dei toni scuri e miele del legno, all’esterno la struttura formale è generata dall’azione di forze che Moss riesce sapientemente a catturare.


La sua architettura non collocabile in quella delle forme moderniste ed astratte, né postmoderne e figurative è da considerare come un’architettura capace di comunicare sensazioni forti e coinvolgenti.