Architettura

Visita all'Expo Milano 2015
Testo e foto di Greta Bignami e Roberto Zanon

Milano è il luogo in cui si tiene l'Esposizione Universale 2015 con il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, filo conduttore di tutti gli eventi interni ed esterni alla mostra. Il cibo, quindi, al centro della scena, ma visitare l'Expo non è solo un viaggio per assaporare piatti provenienti da ogni parte del mondo, ma un percorso, anche architettonico, per capire le problematiche riguardanti la nutrizione.

Visitatori all'ingresso principale

Visitatori all'ingresso principale


L'interno dell'esposizione si divide in tre aree.
La prima è quella dove si trovano tutti i servizi necessari quali il Future Food District, una sorta di supermercato del futuro nel quale l'organizzazione e la fruizione si trasformano in un esperienza del tutto nuova; l'Albero della Vita, opera architettonica che nelle ore serali esplode in uno scenografico spettacolo di suoni e colori; la zona Slow Food, il Biodiversity Park, il Childern Park, il Padiglione Zero, la Lake Arena, l'Open Air Theatre, l'Expo Centre, l'Auditorium e la Collina Mediterranea.

Future Food District, interno

Future Food District, interno


La seconda area riguarda una delle novità di Expo Milano 2015: i Cluster. Per la prima volta i Paesi in via di sviluppo non sono raggruppati in padiglioni collettivi secondo criteri geografici, ma attraverso identità tematiche e filiere alimentari.
Ogni Paese presente nei Cluster ha uno spazio espositivo individuale, dove sviluppa una propria interpretazione del tema dell'esposizione. Non è difficile farsi conquistare dai profumi delle spezie nell'area Bio-Mediterraneo, dall'aroma del caffè e dallo splendido cioccolato.
La terza area è quella riguardante i 96 padiglioni distribuiti principalmente lungo il grande viale centrale denominato “decumano”.
Visitare l'Expo è come andare ad un luna park dell'architettura effimera; non è tanto o solo l'intrattenimento al singolo padiglione che rende interessante la visita, ma la sensazione di essere in un luogo estraniato dal contesto e al contempo al centro del modo. Un luogo in cui territori, tradizioni, sapori, linguaggi del tutto eterogenei trovano un'occasione di convergenza in un'improbabile quanto affascinante sintesi.

Padiglione Svizzero

Padiglione Svizzero


Pur nell'impossibilità di visitare tutta la smisurata sequenza di padiglioni rappresentativi dei vari Stati, è comunque possibile compilare una soggettiva e breve lista delle architetture più avvincenti e interattive.
La Svizzera (progetto dello studio Netwerch GmbH Brugg) propone quattro torri piene di generi alimentari locali (mele disidratate, caffè solubile, sale e acqua) ai quali il visitatore può attingere liberamente. Le piattaforme interne alle torri si abbassano in corrispondenza dello svuotamento dei generi alimentari da parte del pubblico, permettendo così di visualizzare fisicamente il proprio comportamento in relazione ai consumi. Un'architettura “comunicante” che gioca tra il dinamismo fisico del suo interno con la staticità del suo aspetto esteriore.

Padiglione del Brasile, la grande rete

Padiglione del Brasile, la grande rete


Altra architettura interattiva è quella del Brasile (progetto architetto Arthur Casas) che costruisce una grande rete in canapa e metallo nella quale il pubblico può faticosamente avventurarsi. La rete diventa una metafora per parlare di flessibilità, fluidità, decentramento e per mostrare la connessione e l'integrazione dei diversi soggetti grazie ai quali il Brasile ha conquistato il primato mondiale come produttore di cibo. Camminando sulla rete sospesa e spostandosi attraverso i suoi snodi, i visitatori interagiscono tra loro e con lo spazio attraverso luci e musica.

Padiglione del Giappone, interno

Padiglione del Giappone, interno


Il padiglione del Giappone (architetto Atsushi Kitagawara) è uno dei più raffinati ed evocativi ed è composto esteriormente da 17 mila pezzi di legno incastrati tra loro in modo da lasciar penetrare la luce solare. Il messaggio che si intende trasmettere è la proposta della cultura alimentare giapponese quale esempio di nutrimento sano, sostenibile ed equilibrato. La parte più scenografica è riservata all'ampia sala con il banchetto virtuale con il cibo che appare proiettato sul tavolo assieme ad una spiegazione delle sue caratteristiche.
Tra i padiglioni più apprezzati dal pubblico c'è quello della Colombia, progettato da Manuel Villa Architects e Mauricio Cardenas. Qui l'interazione con il pubblico avviene con un percorso guidato in cui gruppi di persone sono trasportati nelle cinque situazioni climatiche diverse che la Colombia riunisce nel suo territorio. Un viaggio fatto di musica, colori, sapori, ambienti e percezioni. Il padiglione è realizzato in legno laminato di abete rosso e, costruito con tecniche a secco, potrà essere facilmente smontato e riassemblato altrove.

Padiglione della Repubblica della Corea, interno

Padiglione della Repubblica della Corea, interno


La Repubblica di Corea presenta una struttura architettonica ispirata al vaso “Moon Jar”, una ceramica tradizionale nella quale si conservano, ancora oggi, i cibi fermentati. Un richiamo forte alla tradizione in cui all'interno troviamo un'esplosione di tecnologia. L'architettura diventa un espediente per ricordare che il cibo del futuro passa anche attraverso la tradizione. L'equilibrio e l'armonia tra gli alimenti è rappresentato dalla “Sinfonia del cibo”, performance con due monitor giganti  montati su bracci meccanici che danzano e roteano nello spazio restituendo movimento fisico alla combinazione di immagini proiettate e ai suoni diffusi.

Padiglione degli Emirati Arabi

Padiglione degli Emirati Arabi


Il Padiglione degli Emirati Arabi Uniti, progettato da Foster e Partners, evoca e ci fa addentrare nelle imponenti dune del deserto. Costruito con un'ossatura metallica rivestita di pannelli in calcestruzzo fibro-rinforzato, l'intera struttura è facilmente smontabile e potrà poi essere ricostruita negli Emirati. Qui si possono esplorare le sfide reali che si presentano nel nutrire il pianeta, in particolare nei temi intrecciati di terra, cibo, energia e acqua. Attraverso rampe dalle forme sinuose si entra nel cuore del Padiglione dove, con la sofisticata proiezione olografica “Family Tree”, i visitatori sono condotti in uno spazio multisensoriale interattivo.

Padiglione Italia, corte interna

Padiglione Italia, corte interna


Particolare del Padiglione Italia con l'Albero della vita

Particolare del Padiglione Italia con l'Albero della vita


Per concludere, il padiglione Italia, progettato dalla Studio Nemesi, uno tra i più grandi presenti all'Expo. Uno spazio articolato e complesso dove la percezione degli interni è disturbata dalle tante persone sempre presenti. Interessante è il materiale utilizzato per la struttura esterna, dei pannelli prefabbricati realizzati in un cemento chiamato biodinamico. Tale cemento, attraverso un procedimento chimico generato dalla luce, ha la speciale caratteristica di far decadere le componenti dell'inquinamento.

15 settembre 2015