Architettura

Articoli riguardanti Adolf Loos
La biografia di Adolf Loos
Le opere di Adolf Loos
Adolf Loos. Architettura. Utilità e decoro
Adolf Loos. Architettura. Utilità e decoro [Richard Bösel, Vitale Zanchettin]
Le metamorfosi dell'ordine. Principi e pratica nella prima attività di Adolf Loos [Vitale Zanchettin]
Per una morfologia degli esterni - Le conseguenze del Raumplan [Richard Bösel]

Adolf Loos (1870 - 1933). Architettura, utilità e decoro

di Richard Bösel, Vitale Zanchettin

"Das Zeichen des echtempfundenen Bauwerkes ist,
dab es wirkungslos in der Fläche bleibt".
A. Loos, Architektur, in "Der Sturm", 15 dicembre 1910


Orologio da caminetto

Orologio da caminetto

Orologio da caminetto

Orologio da caminetto

"La prova che una costruzione è ideata con vero sentimento risiede nel fatto che la sua rappresentazione in piano risulta inefficace". Nel riconoscere con queste parole i limiti della rappresentazione grafica, Loos rivela l'essenza tridimensionale della propria architettura.
L'impossibilità di comunicare per mezzo di sole immagini l'esperienza dello spazio e la molteplicità dei suoi valori "atmosferici" costituisce uno degli ostacoli principali alla pubblicazione della sua opera costruita, ma al contempo rivela le ragioni della sua qualità.
Senza pretendere di voler colmare l'irriducibilità di questo iato e, allo stesso tempo, con la consapevolezza dell'importanza di continuare a ricercare intorno all'attualità del suo messaggio, questa mostra propone al pubblico italiano una rassegna dell'opera di Adolf Loos a distanza di oltre venticinque anni dall'ultima occasione viennese. Al confronto tra disegni autografi, rilievi del costruito, fotografie e modelli tridimensionali - integralmente riprodotti nel catalogo e contestualizzati da una serie di saggi e di apparati - è affidato il compito di tessere i fili della fitta trama di Loos progettista, costruttore, disegnatore e scrittore: una trama estesa al punto di comprendere in sé sia elementi puntuali dell'ambiente domestico sia panorami articolati a scala metropolitana.

Villa Moller, 1927 - Raumplan

Villa Moller, 1927 - Raumplan

A partire da un insieme di progetti di forte impatto monumentale rimasti sulla carta, forse anche per il carattere provocatorio e la dimensione improbabile di molte delle soluzioni elaborate, il percorso espositivo illustra gli esiti della ricerca condotta da Loos sul ruolo svolto dall'architettura nella città occidentale del XX secolo e sul significato degli elementi desunti dalla tradizione classica, in occasione di alcuni concorsi internazionali. Di seguito sono inseriti progetti e ipotesi a grande scala sull'assetto urbanistico complessivo di Vienna, sua città di adozione, seguiti dalle realizzazioni delle più celebri ville e dei locali commerciali e pubblici. Gli arredi, gli oggetti di design e una nutrita selezione delle pubblicazioni di Loos sono inseriti per restituire la versatilità e l'abbondanza della sua attività professionale.
Questo proteiforme affresco è efficacemente rappresentato dal celebre immobile commerciale Goldman & Salatsch sul Michaelerplatz, che compare con disegni, fotografie d'epoca, modelli e pezzi d'arredo. Qui Loos realizzò uno dei tasselli più significativi del cuore della capitale imperiale, contribuendo in modo determinante a definire simultaneamente uno strategico nodo urbano.
Accompagnata da roventi polemiche, la sua "scandalosa" facciata assume oggi il ruolo di imprescindibile "pietra di paragone" per misurare la coerenza delle idee dell'architetto: le nitide membrature, integralmente derivate dal lessico antico e realizzate con uno dei marmi da costruzione più preziosi, giustapposte in smaccato contrasto alle nude superfici dei piani superiori, rappresentano una critica alla proliferazione di ornamenti della seconda metà dell'Ottocento e all'arbitrio della forma diffusosi proprio in quegli anni nella capitale austro-ungarica. Il confronto con palazzo Herberstein di Cari König, di pochi anni precedente, non potrebbe fornire un'immagine più eloquente del rigore etico dimostrato da Loos rispetto ai formalismi ricercati dai suoi contemporanei. Con le parole dell'architettura egli sembra indicare che l'unica radice condivisa dalla cultura occidentale proviene dalla grande tradizione antica: nel caso in cui non si voglia seguire questa strada è opportuno limitarsi a rispondere a esigenze puramente funzionali.
L'architettura come metafora dei principi che regolano la convivenza civile rappresenta uno dei paradigmi ricorrenti nella teoria di Loos: nei suoi innumerevoli scritti compaiono perfettamente stilati, a partire da considerazioni utilitaristiche, i limiti del decoro. Ancora l'esempio dell'immobile Goldman & Salatsch appare emblematico: mentre era ancora in costruzione, Loos formulò in sua difesa la più famosa conferenza dal titolo Ornament und Verbrechen (Ornamento e delitto), riprendendo temi affrontati in alcuni testi di dieci anni prima e inserendo il problema dell'ornamento all'interno di una visione evoluzionistica del destino umano. Lo scritto, pubblicato in più versioni negli anni successivi, sarebbe divenuto una sorta di manifesto del rifiuto della decorazione, quando, al contrario, esso rappresentava un tentativo estremo di conferire un ruolo alla decorazione in termini di pura necessità, più appropriata all'uomo "'civilizzato' rispetto all'arbitrio dell'ornamento e all'affettazione del gusto".
La questione, ovviamente, non può limitarsi a un problema di facciata, ma prosegue all'interno delle architetture. Anche in questo caso è possibile riconoscere nell'immobile Goldman & Salatsch il punto di partenza di un processo che avrebbe portato l'architetto ad adottare, negli ambienti tanto commerciali quanto residenziali elaborati successivamente, un metodo di composizione volumetrica basato sull'aggregazione di volumi semplici su piani sfalsati. Questo metodo, originato probabilmente dal tentativo di ottimizzare l'economia dello spazio e il rapporto tra le diverse funzioni, lo porterà a definire uno dei più originali strumenti ideativi dell'architettura novecentesca, a cui egli stesso darà il nome di Raumplan poco tempo prima di morire.
Nella ricerca del Raumplan e nell'adozione di preziose soluzioni di dettaglio che si riscontrano in tutta la sua opera, Loos persegue l'ideale di un'eleganza spiccatamente metropolitana, che costituisce l'anello di congiunzione tra ambito urbano, interni pubblici e ambienti domestici...

...Per tutta la vita Loos intese il disegno come mezzo di comunicazione finalizzato alla costruzione, affidandogli soltanto rare volte il compito di divulgare l'aspetto dei suoi edifici. Forse per questo egli sentì costantemente il bisogno di scrivere, desideroso di comunicare e argomentare i principi che animavano il suo operato. La varietà degli argomenti affrontati nelle sue pubblicazioni, l'asciutta schiettezza della prosa adottata, la stringente attualità delle questioni formulate sulla vita quotidiana e sull'agire umano in generale, ancora oggi, non finiscono di sorprendere il lettore.
L'interesse onnivoro di Loos per tutti gli aspetti dell'età contemporanea testimonia la sua intenzione di riconoscere all'architettura il ruolo di una componente fondamentale della vita dell'uomo: il mestiere dell'architetto è lavorare con onestà e coerenza, qualità necessarie per stabilire un rapporto sincero tra materia e forma.
In questo senso sono da intendere le categorie dell'utile e del decoro, ovvero dell'utile come ragione della costruzione e del decoro come dignità del comportamento e dell'aspetto. Sono questi i cardini del lavoro di Loos e la chiave di lettura per interpretare la sua metafora più ricorrente: l'architettura intesa come habitus del vivere quotidiano.