Architettura

Architettura minimalista

di Elena Franzoia

A questa cifra stilistica che si è imposta sulla scena internazionale solo negli ultimi dieci anni, ma che si caratterizza per le profonde radici estetiche e culturali, Franco Bertoni dedica il recente volume Architettura minimalista, in cui, attraverso un’accurata analisi supportata da un apparato iconografico di grande consistenza e prestigio, cerca di superare i molti luoghi comuni e le inevitabili ovvietà, dovute da un lato alla superficialità con cui è stata frequentemente accusata di rigidità e dogmatismo una scelta estetica che presenta, al contrario, spesso perentorie motivazioni etiche, dall’altro alla straordinaria "voracità" dell’immaginario contemporaneo, che, alla continua ricerca di stimoli e novità, ha spesso confuso con una moda transitoria, inondando città e riviste di epigoni e copie, quella che appare, piuttosto, come una fondamentale esigenza di dignità e chiarezza, una specie di silenzioso "richiamo all’ordine" per quanti hanno fatto dell’architettura il palcoscenico privilegiato del proprio narcisismo e della propria auto-celebrazione.

Bertoni- partendo dal suggestivo assunto che "minimaliste", per la propria rigorosa essenza, fossero già l’architettura cistercense e quella tradizionale giapponese- spinge molto lontano la propria analisi, non limitandosi a rintracciarne le origini nel razionalismo del XX secolo o nel funzionalismo di Boullée e di Schinkel, ma suggerendo inedite e trasversali prospettive che coinvolgono filosofia, arte e letteratura, attraverso autori come Guglielmo da Ockham e Heidegger, Anish Kapoor e Fontana, Sol Le Witt e Bob Wilson.

Teatro Armani a Milano

Tadao Ando
Teatro Armani a Milano

Villa Neuendorf a Maiorca

C. Silvestrin
Villa Neuendorf a Maiorca

Le sezioni monografiche approfondiscono, poi, analogie e differenze tra i protagonisti di questa "corrente", il cui opus architettonico, presentato quasi integralmente, permette di scoprire uno sfaccettato universo in cui trovano posto- insieme ad Alberto Campo Baeza, Michael Gabellini ed Eduardo Souto de Moura - sia l’approccio più equilibrato e sensuale di Silvestrin (la cui inconfondibile Villa Neuendorf spicca in copertina) che la maggiore astrazione concettuale di Pawson, la concretezza materica di Zumthor come la sospesa spiritualità di Tadao Ando, la solarità cromatica di Barragàn come l’asciutta, scabra eleganza di A. G. Fronzoni.

Manifesto, 1968

A. G. Fronzoni
Manifesto, 1968

Villa Neuendorf a Maiorca

L. Barragan
Las Clubes, Mexico City

Per restituire al Minimalismo, al di là delle mode, la sua vera quintessenza di categoria dello spirito, di naturale propensione verso una dimensione- del costruire e del vivere - più riflessiva e autentica, atemporale e universale.


Franco Bertoni (fiorentino, laureato in Storia dell’Architettura alla Facoltà di Architettura di Firenze) è, attualmente, uno dei maggiori critici e studiosi, a livello internazionale, della corrente minimalista, a cui ha dedicato le monografie su Claudio Silvestrin e Robert Wilson.