Architettura

La nuova biblioteca di Torino
di Filippo Palladino

Il progetto vincitore del concorso indetto dal Comune di Torino per la progettazione di una nuova biblioteca porta la firma di Mario Bellini.
L’architetto milanese spiazza così concorrenti altrettanto illustri come Dominique Perrault, Arata Isozaki e Bernard Tschumi.
Più volte vincitore del Compasso d’Oro e di altri premi internazionali, designer di fama mondiale, Mario Bellini progetta una nuova creatura sinuosa ed elegante dalle forme leggere e trasparenti. La biblioteca di Torino è stata pensata magistralmente per un numero di ben 150.000 accessi al mese, dietro ognuno dei quali esiste un’avventura umana singolare o, semplicemente, una storia comune: uno studioso, un gruppo di studenti, semplici visitatori incuriositi. La biblioteca diventa un luogo ideale per leggere un libro, fare una ricerca o anche per trascorrere solo il tempo con un amico, magari davanti ad un bel caffè.

Lo spazio della biblioteca è articolato in modo tale da offrire la possibilità di consultare ben mezzo milione di volumi, prendendoli direttamente dallo scaffale senza alcuna attesa. Allo stesso tempo è possibile utilizzare, da ogni singola postazione, strumenti telematici e multimediali, con accesso diretto alla rete ed ai web-service dedicati.
Mario Bellini mette in risalto, nei suoi disegni per la biblioteca di Torino, tutta la forza espressiva che ha sempre contraddistinto il suo stile di designer esperto nei progetti realizzati per marchi come Artemide, B&B Italia, Brionvega, Cassina, Yamaha, Olivetti, Renault, Rosenthal ed altri.

L’architetto milanese, a partire dagli anni ’80, lavora prevalentemente nel campo dell’architettura in Europa, Giappone, Stati Uniti, curando anche numerosi allestimenti di mostre d’arte. Appassionato d’arte e collezionista, la sensibilità architettonica di Mario Bellini traspare con evidenza nel progetto della nuova biblioteca torinese, così come traspaiono, attraverso le sue pareti di vetro adiabatico trasparente, i flussi verticali ed orizzontali segnati dal movimento delle persone nelle diverse sale e dal trasporto su nastri dei libri, dai magazzini interrati ai piani appositi.

Il luogo previsto che farà da contesto per l’opera di Mario Bellini è situato alle spalle della stazione di Porta Susa. A nord sorgerà il corpo principale, che è composto da quattro piani con i profili sinuosi che digradano verso l’alto a formare delle terrazze, le quali prospettano dolcemente sul grande parco dove era situata la caserma Lamarmora. Il movimento armonioso della sagoma dei solai del corpo principale si snoda e culmina in un volume troncoconico capovolto, che costituisce una torre di sei piani, più un ultimo piano di minore ampiezza rispetto agli altri. Proprio in cima alla torre vengono collocate più funzioni, che corrispondono ad altrettante destinazioni specifiche come bookstore, ristorante ed Internet cafè.

Tra le molteplici destinazioni che sono presenti nella struttura progettata da Mario Bellini, non mancano due teatri, di cui uno all’aperto e l’altro interno, dotato di una capienza di più di mille posti e di una flessibilità pressoché totale dello spazio che tradizionalmente è assegnato al palcoscenico ed alla platea.
Completata la fase di progettazione esecutiva e quella di finanziamento materiale dell’opera, la città di Torino potrà vantare il primato di poter disporre, in senso lato, della prima vera biblioteca multimediale italiana.